9 Giugno 2017

La marijuana legale è coltivata nelle Marche e si vende a Monsano

Proprietario di Vita Verde indoor solutions a due passi dalla zona industriale di Jesi, è Diego Bravi, 40 anni, che ha aperto il suo negozio nel 2015. “Vendo la cannabis industriale che ci fornisce il produttore. Un tipo di marijuana a basso contenuto di Thc, inferiore ai limiti di legge, che la rende assolutamente legale in Italia. Si tratta della stessa canapa che viene utilizzata per usi alimentari, cosmetici, tessili, ed edili”. Oltre al Thc la cannabis in vendita da Vita Verde presenta percentuali di Cannabinolo (Cbn) e Cannabidiolo (Cbd). “Sono cannabinoidi utilizzati a fini terapeutici quali rilassanti e antinfiammatori – spiega Bravi -. A differenza del Thc, anch’esso utile nel trattamento di alcune terapie, non hanno effetti psicotropi “. Il Cbn è un narcolettico paragonabile ad una camomilla o ad una tisana naturale, mentre il Cbd ha proprietà miorilassanti. Entrambe sono molecole legali in Italia, senza limiti.

“In ogni confezione EasyJoint ci sono 8 grammi di infiorescenza con semi, per rendere evidente che si tratti di canapa industriale, al prezzo di 17 euro, stabilito dal produttore. In tutte le Marche sono l’unico rivenditore autorizzato e dal 20 di maggio (data in cui è stato lanciato il primo lotto di ‘marijuana light’ in Italia, ndr) sono stato contattato da potenziali clienti da tutte le Marche e da fuori regione. Ho ricevuto richieste anche da Puglia, Campania, Lombardia e Piemonte”. Insomma nelle ultime due settimane i clienti di Vita Verde, come quelli di tutti gli altri rivenditori dello Stivale, sono cresciuti esponenzialmente. Ma non pensate di entrare in un coffee shop olandese. L’atmosfera che si respira all’interno è quella degli psychedelic shop in Haight Street, nel distretto di Haight Ashbury a San Francisco in California: il quartiere famoso per il suo ruolo di centro del movimento hippie negIi anni sessanta e strettamente associato all’esplosione della beat generation. “

“No perché gli unici a poterla coltivare legalmente sono le aziende agricole in possesso del seme certificato. Nello jesino la cultura della canapa si sta diffondendo al punto che il Comune di Monsano è diventato Borgo della canapa e sta lavorando alla ricostituzione di una filiera che nel passato era importante per l’economia del territorio”. Insomma in un’epoca di crisi economica la pianta della canapa e i suoi utilizzi possono ritornare ad essere una opportunità. “Ho aperto perché è un settore che penso sia destinato a crescere – ammette il titolare -. Se guardiamo gli sviluppi che sta avendo negli USA (37 Stati a vario titolo – a scopo medico, a scopo ricreativo o depenalizzandola – hanno introdotto la liberalizzazione della marijuana, ndr) dove lo Stato sta guadagnando dal gettito fiscale creato da questa nuova attività. Si sono creati una infinità di posti di lavoro e si va a togliere introiti alla malavita, che tra l’altro non si scrupoli a mettere in commercio prodotti alterati con varie sostanze che possono essere dannose per la salute”. Mentre Easy Joint propone “varietà selezionate per l’altissima qualità, coltivate senza l’utilizzo di additivi chimici, raccolte e lavorate a mano”. “Si tratta di canapa super controllata che oltre all’ormai comprovate proprietà medicinali, ha degli effetti rilassanti – incalza Bravi – che possono aiutarci nell’affrontare la stressata vita di tutti i giorni sapendo che le conseguenze, anche a lungo termine, non sono nemmeno lontanamente paragonabile a quelli che può avere una sostanza legale e culturalmente accettata in Italia quale l’alcol”. Ma insomma l’Italia potrebbe sdoganare il tabù dell’uso della marijuana? “L’obiettivo della EasyJoint è attraverso la commercializzazione e la valorizzazione delle infiorescenze di canapa legale di elevata qualità, di aumentare la consapevolezza delle proprietà, del valore di questa pianta e di conseguenza contribuire al processo di liberalizzazione in Italia”. Liberalizzazione o legalizzazione? “Sarebbe auspicabile la liberalizzazione perché la legalizzazione consentirebbe il commercio di questo prodotto, ma non sappiamo in che forma e con quali vincoli. La liberalizzazione invece consentirebbe il commercio, l’uso ma soprattutto l’autoproduzione”.

Fonte: www.cronacheancona.it
Autore: Giuseppe Giannini


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